giovedì 17 gennaio 2019

La ricetta di M. Gavio Apicio: “l’hamburger” dell’antica Roma


MangiaAntico, il ricettario dell’antichità di ExpressTour: come erano le polpette degli antichi Romani?


Ciao a tutti, oggi volevamo proporvi un viaggio culturale diverso dal solito. Parleremo infatti di cibo, di certo una parte importante della cultura italiana, ed in particolare delle polpette. Dove nascono? Da quanto sono sulle tavole degli italiani? Quanto è differente la ricetta della mamma da quella degli antichi romani?

Le polpette sono uno dei piatti forse più amati dagli italiani, sfido chiunque a non mangiare polpette, di ogni forma e dimensione. Ne esistono decine di varianti: di carne, di pesce, dimensioni diverse, fritte, al sugo, in bianco, sferiche, geoidi, ellissoidi, piatte. Ecco, piatte: vi ricorda nulla una polpetta piatta, in un panino, con formaggio, insalata, pomodori eccetera eccetera? Esatto, proprio lui, il signor Hamburger! Cos’è infatti se non proprio una polpetta dalla forma diversa?

Tagliando la testa al toro quindi bypassiamo tutte le varie teorie sulla nascita dell’hamburger (dalla Germania agli Stati Uniti, Hamburg o Texas) è chiaro che stiamo parlando di un periodo storico ben 1700 anni successivo al momento in cui Marcus Gavius Apicius scrive il suo trattato “De Re Coquinaria” (“Il cucinare”), il primo ricettario della storia dell’uomo. Quindi, l’hamburger è una invenzione romana. Punto.

Perché parlare proprio di polpette? Semplice, mia madre ieri me ne ha preparate una quantità “da legione in partenza per una campagna ai confini del mondo” e dopo essermi rimpinzato volevo condividere la ricetta originaria delle polpette, gli hamburger dell’antica Roma. E poi era il modo migliore per parlare di Apicio.

Ma chi era davvero Apicio? Su di lui se ne leggono di tutti i colori: cuoco, gourmet, scialacquatore. Vediamo cosa c’è di vero. Le notizie storiche su di lui sono scarne (per usare un eufemismo) ed il poco che sappiamo di lui proviene da altri autori a lui contemporanei. Non voglio sbilanciarmi sulla sua data di nascita (possiamo azzardare un ultimo quarto del I sec. a.C.), ma di sicuro vive durante il periodo del principato di Tiberio, (14-37 d.C.). Ne parla Seneca, raccontando che il suo nome era Marcus Gavius Apicius, un uomo estremamente ricco quanto amante dei banchetti, del buon cibo e del buon vino. Talmente amante della buona cucina da aver sperperato quasi tutto il suo enorme patrimonio in banchetti, tanto da suicidarsi con il veleno appena appreso che le sue ricchezze si erano assottigliate a “soli” dieci milioni di sesterzi temendo di morire di fame in un futuro assai prossimo…

Quel che è certo è che il nostro Apicio aveva una villa a Minturnae (odierna Minturno, LT) e che adorava i gamberi di fiume del Liris (il Garigliano). Purtroppo non abbiamo molte altre notizie attendibili: alcune sembrano infatti ingigantite, altre si basano su aneddoti che sembrano avere qualche problema di attinenza alla realtà. Di sicuro ha scritto una sorta di ricettario antico, anche se la versione giunta fino a noi è, molto probabilmente, abbastanza diversa da quella originaria: già in epoca romana infatti è oggetto di aggiunte, tagli e cambiamenti vari, e i copisti medievali devono aver commesso errori e modifiche di ogni genere. È arrivata a noi la versione del testo della fine del IV secolo, che non sappiamo quanto fedele all’originale di Apicio possa essere (ha comunque ben 1600 anni abbondanti eh!).

Andiamo a leggere la ricetta. Riporto solo la traduzione in italiano per non appesantire l’articolo, ma la versione latina è facilmente reperibile anche su Google. Da notare la “Lucanica” e soprattutto… le polpette ripiene!!!

Libro secondo
1. POLPETTE.
Quelle marine si fanno di aragoste, di gamberi, di calamari, di seppie e di gamberi d'acqua dolce. Condirai la polpetta con pepe, ligustico, cumino e radice di laser.


Polpette di calamari:
tolte le branchie, le triterai sul tagliere come fai con la carne. Mescola, poi, con diligenza, la polpa nel mortaio con la Salsa e poi dai loro la forma di polpette.


Polpette di squille (Cancer Squilla) o di gamberi grossi (Palinurus Vulgaris, è l'arigusta):
togli la polpa dal guscio e pestala in un mortaio con pepe e ottima Salsa. Fanne polpette.
Come si rinvoltano nell'omento:
arrostisci del fegato del porco e togline le fibre. Prima, tuttavia, pesta del pepe, la ruta, la Salsa. Così fatto gettaci sopra il fegato e trita tutto. Mescola. Mescolerai il trito nell'omento come si usa fare con la polpa. Avvolgi ogni singola polpetta in una foglia d'alloro e sospendila al fumo per quanto tempo vorrai. Quando la vorrai mangiare toglila dal fumo e falla cuocere di nuovo.


Altro modo:
metti in un mortaio il pepe, il ligustico, l'origano e la maggiorana secchi; versaci sopra la salsa, aggiungi le cervella scottate e trita per bene in modo da non lasciar niente di tiglioso. Aggiungici cinque uova e mescola bene con la Salsa; rovescia il tutto in una padella di rame e cuoci. Quando sarà cotto, versa il composto sopra un tagliere ben pulito e taglia a dadi. Metti in un mortaio il pepe, il ligustico, l'origano ben tritati e mescolati. Falli bollire in un tegame. Quando avranno bollito pesta dei pezzetti di pasta (chi li chiama pane e chi schiacciata) e mescola al trito.
Versa nella zuppiera spargendo di pepe e servi in tavola.


Polpette di sfondili o Spugnole (una sorta di conchiglia:
Syphonddylus Gaedaropus o Phallus Esculentus):
trita gli sfondili lessati e privati delle fibre. Poi tritaci insieme della spelta lessata e mescolaci le uova e del pepe. Avvolgile nell'omento e arrostisci; cospargile di salsa di vino acida e servile come polpette.


Polpette avvolte nell'omento:
trita la polpa e mescolala a midolla di pane bianco (è il Triticus hibernum) imbevuta di vino. Pesta insieme pepe e Salsa, se vuoi, e bacche di mirto prive di semi. Forma delle polpettine mettendoci dentro pinoli e pepe. Copri con l'omento e cuoci nel mosto cotto.


2. ALTRE POLPETTE, SOMIGLIANTI A SALSICCE.


Polpette ripiene:
prendi grasso fresco di fagiano arrostito, induralo e fanne dadi che metterai nelle polpette insieme a pepe, salsa, vino dolce cotto. Cuoci il tutto in salsa allungata d'acqua e servi.


Polpette con salsa allungata:
trita il pepe, il ligustico, poco pirero (Anthemis Byrethrum), mescola con Salsa cui avrai aggiunto acqua di cisterna. Vuota un tegame (pignatta) e mettilo al fuoco con le polpette. Riscalda e le darai da sorbire.


Per fare polpette di pollo:
prendi 110 gr di fior d'olio (è quello che stilla per primo dal frantoio); 90 gr di Salsa e 15 gr di pepe.


Altro modo, sempre di pollo:
trita 31 gr di pepe, metti in un calice di ottima Salsa, altrettanto di mosto cotto, 2 bicchieri di salsa e poni il tutto al vapore del fuoco.


Polpette semplici:
per una misura di salsa, prendine 7 di acqua, poco sedano verde, un cucchiaio di pepe tritato. Cuoci insieme le polpette e così ti scioglieranno il ventre. Alla salsa allungata aggiungerai i sali già preparati.


Polpette di pavone:
per prima cosa sappi che fritta la carne perderà la sua durezza. Al secondo posto stanno le polpette di fagiano; al terzo quelle di coniglio; al quarto quelle di pollo e al quinto quelle di lattonzolo.


Polpette di amido:
trita pepe, ligustico, origano, poco silfio, poco zenzero, poco miele. Tempera la salsa, mescola e versala sulle polpette. Fai bollire. Quando tutto sarà ben bollito lega con amido denso e dai da sorbire.


Altro modo:
trita del pepe messo ad ammollare il giorno prima; ad esso aggiungerai la salsa in modo che venga un intriso ben pestato e spesso. A questo unirai dello sciroppo di cotogne che abbia raggiunto, al sole cocente, densità come il miele. Se non l'hai, adopera sciroppo di fichi (quelli della Caria esaltati da Plinio) che i Romani chiamano colore. Prendi poi infuso d'amido e succo di riso e cuoci il composto a fuoco lento.


Altro modo:
spremi il succo da ossicini di pollo e metti in un tegame dei porri, dell'aneto e del sale. Quando saranno cotti, aggiungi pepe, seme di sedano e riso ammollato e ben tritato insieme alla salsa e al passito o mosto cotto. Mescola il tutto e aggiungi alle polpette.


Per fare l'ammorsellato:
lessa della spelta con pinoli e mandorle pulite e ammollate in acqua e lavate con argilla da argentieri perché possano diventare candide. Mescola al tutto uva passa, vino dolce cotto o passito, spruzzaci sopra del pepe tritato e porta in tavola nel vaso.


3. VULVETTE (o Ammorsellati) E SALSICCIOTTI.
Per fare delle vulvette come se fossero polpette sminuzza la polpa di due porri senza buccia ammollati, unisci del pepe tritato e del cumino, ruta e Salsa. Pestato ancora il composto perché si possa ben amalgamare, mettici grani di pepe e pinoli e batti in un mortaio pulito. Cuoci con acqua, olio, Salsa, un mazzetto di porri e d'aneto.


Salsicciotti:
con sei tuorli d'uovo cotti e pinoli tagliuzzati amalgama cipolla e porro tagliati e brodo crudo; unisci pepe tritato e mescolando il tutto riempi un pezzo di budella. Aggiungi Salsa e vino e cuoci.


4. LUCANICHE.
Si trita il pepe, il cumino, la santoreggia, la ruta, il prezzemolo, le spezie, dolci, alcune coccole d'alloro e la Salsa. Mescola il tutto con polpa sminuzzata; pesta di nuovo il composto con la Salsa, pepe intero, molto grasso e pinoli. Insacca in budella allungandolo per quanto è possibile. Poi sospendilo al fumo.


5. RIPIENI.
Trita le uova e le cervella con pinoli, pepe e Salsa, poco laser e con ciò riempi un budello. Lessa. Arrostisci. Servi.


Altro modo:
cuoci della spelta e tritala. Aggiungi della polpa sminuzzata e pestala con pepe, Salsa e pinoli. Riempi il budello e lessalo. Puoi arrostire col sale e servire intero con la senape; oppure tagliati a fette.


Altro modo:
purga della spelta e cuocila nel brodo degli intestini e uniscila al bianco dei porri tagliati fini. Prendi la poltiglia, taglia del grasso e dei bricioletti di carne. Mescola tutto insieme. Pesta del pepe, del ligustico e tre uova. Mescola tutto nel mortaio con pinoli e pepe intero. Bagna con la Salsa. Riempi un budello, lessalo e arrostiscilo oppure puoi solo lessarlo. Servi in tavola.


Cerchietti d'ammorsellato:
riempi il budello con un composto di ammorsellato e arrotondalo. Ponilo al fumo. Quando si colora in rosso, scottalo e coprilo di salsa acida di fagiano cui avrai aggiunto del cumino.


Allora cosa ne pensate? Vi è venuto un certo languorino? Preparerete qualcuno di questi piatti? Fatecelo sapere, aspettiamo una vostra recensione correlata da una foto del piatto! 


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