Storia, natura,
archeologia e misticismo si fondono in un unico spettacolo
Ciao ragazzi, oggi
parleremo di uno dei luoghi più suggestivi del frusinate, il Monte
Asprano. Lo ho definito luogo, ma il termine è inesatto: la bellezza
e l’unicità di questa collina deriva dall’unione di più luoghi
diversi. Ma andiamo con ordine. Il massiccio è suddiviso tra tre
comuni, Roccasecca, Colle San Magno e Castrocielo. Una rete di
sentieri tutto sommato abbastanza ben tenuti permettono di andare
alla scoperta di una serie di piccole perle, e, percorrendo
“l’anello” che gira intorno alla collina, si attraversano
diversi borghi.
Oggi volevo parlare
proprio del percorso, non soffermandomi molto sulla storia e la
descrizione del luoghi, ma lanciandovi solo qualche “frecciatina”
che spero vi faccia incuriosire! Di qualche luogo ne abbiamo già
parlato, altri li affronteremo successivamente.
Arrivando a
Roccasecca, frazione Castello, abbiamo subito il primo incontro
ravvicinato del quarto tipo con la storia incredibile del territorio:
troviamo qui infatti i resti del Castello dei Conti d’Aquino, la
famiglia di San Tommaso d’Aquino, uno dei più importanti dottori
(e santi) della chiesa Cattolica. Due passi nel borgo sono d’obbligo,
tra le viuzze, gli archi a sesto acuto che ogni tanto fanno capolino
sui muri delle abitazioni, tra i cancelli, fino ad arrivare alle mura
trecentesche con le porte, le torri, le feritoie. Giungiamo in breve
alla chiesa di San Tommaso, in posizione eccezionale, prima chiesa al
mondo dedicata al Santo, pochissimi anni dopo la sua morte e
canonizzazione. All’interno della chiesa alcuni affreschi
altomedievali di incredibile valore, staccati da una chiesetta
benedettina che sorgeva in località San Pietro e Campea, ormai
perduta. Fortunatamente gli affreschi sono stati salvati, e
costituiscono un patrimonio importantissimo.
Una prima tappa
davvero intensa! Riprendendo il cammino, al di fuori delle mura,
imbocchiamo un sentiero (con una pendenza iniziale abbastanza
impegnativa a dire il vero!) che ci porta alla cosiddetta “Torre
Cannone”, una torre (restaurata) di forma cilindrica, ubicata
all’altezza della parte centrale del castello, di cui si ammirano i
resti da posizione privilegiata, con, sullo sfondo, la valle del Liri
(vedi foto a lato). Sulla destra lo sbocco della valle del Melfa e
Roccasecca, di fronte il castello, a sinistra la valle del Liri con
vista mozzafiato, alle nostre spalle Castrum Coeli, monte Cairo e
Colle San Magno.
Proseguiamo il
percorso tra una natura lussureggiante, completamente immersi nella
vegetazione, e dopo una ventina di minuti intravediamo alcune case: è
il borgo di Cantalupo, una delle frazioni di Colle San Magno, anzi
per essere precisi la frazione più antica di Colle San Magno. Si
attraversa il borgo, godendosi l’aria di altri tempi che vi si
respira e gli scorci da cartolina, in cui il tempo sembra essersi
fermato. Usciti da Cantalupo abbiamo sulla sinistra il centro storico
del “Colle”, da cui il nome moderno del Comune. Una passeggiata
tra le sue stradine è d’obbligo, arrivando all’altro capo del
borgo ad una piazzetta su cui spicca la torre quadrata che difendeva
il perimetro murario.
Tornando sul
percorso, inizia la salita verso la sommità di Castrum Coeli, di cui
abbiamo già parlato in un precedente articolo. Si sale, ma usiamo il
sentiero antico, non la brecciata moderna. Entreremo nelle mura
dell’abbandonato borgo di Castrum Coeli, di cui potremo ammirare le
rovine, i resti delle abitazioni, del castello, delle difese, fino a
giungere alla chiesa dedicata a Santa Maria Assunta in Cielo. Il
panorama è semplicemente mozzafiato. Si domina tutta la valle, di
fronte a noi i monti Aurunci, e, sorpresa sorpresa, al termine
meridionale degli Aurunci, appare la linea di costa, il mare e…
Ischia! Già solo questo panorama vale la passeggiata! E se siete
amanti della storia, non potete non ammirare alcuni resti delle mura
in opera poligonale (le famose mura megalitiche o ciclopiche), di
epoca preromana, che ancora sono visibili!
Iniziamo la discesa
lungo il percorso che segue la statua della Madonna proveniente da
Castrocielo il Lunedì in Albis durante la processione alla chiesa di
Santa Maria Assunta in Cielo, nei pressi della quale si incontra con
la statua proveniente da Colle San Magno, a ricordare l’antichissima
origine comune dei due centri, quello stesso borgo di Castrum Coeli
che abbiamo appena salutato.
Il sentiero è
davvero piacevole, la discesa non particolarmente faticosa, arrivando
infine al borgo di Castrocielo. Ci godiamo una altro centro storico,
ma qui una sosta al museo situato nella sede municipale è d’obbligo:
museo piccolino, ma in cui sono conservate cose incredibili. Alcune
tombe Sidicine rinvenute durante gli scavi coordinati dalla
Soprintendenza Archeologica sono state smontate e ricostruite nel
museo, con i resti dei defunti, i corredi funebri, le decorazioni
architettoniche, le casse in legno! Oggetti di valore inestimabile,
che difficilmente vedrete altrove, anche perché trovare una tomba
principesca di un membro di questo popolo, i Sidicini, che in epoca
preromana si estendeva da Teanum Sidicinum (Teano) a Castrocielo, non
è affatto semplice! Altro oggetto incredibile, una piccola tavoletta
in piombo di epoca romana, su cui è stata incisa una maledizione!
Una vera e propria “fattura” antica, un reperto quasi unico (se
ne contano pochissime in tutto il mondo) e, molto divertente! Sono
poi particolarmente legato a questo reperto perché questa è la
prima iscrizione che ho studiato e pubblicato insieme alla Dottoressa
Giovanna Rita Bellini della Soprintendenza Archeologica del Lazio,
pubblicazione di cui vado estremamente fiero!
Per alcune foto del
museo visitate il sito
https://www.visitcastrocielo.it/localita-museo-archeologico
Torniamo poi sul
percorso, e da qui in poi dobbiamo proseguire sulla via asfaltata,
tra uliveti ed orti, fino ad arrivare ad un altro piccolo borgo (il
quinto dell’Anello!), Caprile. Anch’esso dalla storia
antichissima, merita una sosta per svariati motivi. Il primo è la
bellezza in sé del borgo, con i passaggi dei vicoli coperti ancora
con le travi a vista in legno, le abitazioni antichissime. Il secondo
motivo è la visita alla chiesa di Santa Maria delle Grazie. Non mi
soffermo sulla storia e l’architettura della chiesa (assolutamente
da non perdere), ma volevo fare solo un cenno ad alcuni affreschi
conservati in essa: del periodo medievale, uno in particolare attira
l’attenzione, in quanto rappresenta (si legge perfettamente, anche
se frammentario) la Crocifissione, ma con elementi di estremo
interesse. Gesù appare infatti completamente vestito, il soldato è
rappresentato con una fune, quasi a tirar su con una carrucola il
corpo di Gesù, ma soprattutto calza un paio di ciocie! Una cosa
davvero incredibile!
Dal borgo di Caprile
facciamo una deviazione per raggiungere il cosiddetto Eremo di San
Michele, cioè la chiesetta rupestre di Sant’Angelo in Asprano. Il
nome deriva da un affresco quattrocentesco all’ingresso che
rappresenta proprio San Michele. Interessanti anche in questo caso
gli affreschi, i più “recenti” del XV secolo, mentre appaiono, a
tratti, resti di affreschi molto più antichi, del periodo
altomedievale. Assolutamente da non perdere. Anche per il luogo,
estremamente affascinante: subito sotto una parete calcarea a
strapiombo, sollevando gli occhi ed osservando attentamente la parete
ci accorgiamo di essere esattamente sotto il castello di Roccasecca,
il castello dei conti di Aquino!
Una volta tornati al
borgo di Caprile, riprendiamo il percorso che dopo pochi minuti ci
conduce di nuovo alla frazione Castello di Roccasecca. Salendo le
scalinate interne del borgo quindi terminiamo il nostro anello, dopo
aver visitato cinque borghi, tre comuni, paesaggi naturali molto
differenti, due castelli, un museo, una chiesetta rupestre, due
chiese, ed aver ammirato resti che coprono quasi tremila anni di
storia!
Allora, vi è venuta
un po’ di curiosità?
Spero che l’articolo
vi sia piaciuto! Fatemi sapere cosa ne pensate, lasciate un commento,
e magari pensate ad una passeggiata fuori porta!
Alla prossima!
Nessun commento:
Posta un commento