Ciao
ragazzi, oggi torniamo a parlare di Orte (VT) per segnalarvi una
bellissima manifestazioneche interesserà domani, domenica 14 aprile,
il territorio comunale.
Domani
infatti verrà inaugurata la rete di sentieri di trekking di Orte.
Una rete che permetterà di visitare luoghi molto interessanti sia
dal punto di vista storico che naturalistico, per scoprire luoghi
estremamente affascinanti. Ma l’offerta turistica del piccolo
comune della valle Tiberina non si esaurisce qui: solo una settimana
fa infatti è stata inaugurata una nuova tappa del percorso della
Orte Sotterranea, il Ninfeo rupestre.
Ma
oggi non voglio soffermarmi sulla descrizione del luogo e sulla
proposta turistica. Tutte le informazioni potete trovarle infatti
alle pagine ufficiali:
https://www.facebook.com/visitorteturismo/?epa=SEARCH_BOX
Voglio
invece fare una riflessione proprio sulla proposta turistica ortana.
Un vero esempio di creazione di un circuito turistico “virtuoso”.
Nel giro di pochi anni infatti la realtà culturale locale ha dato
vita ad un sistema di valorizzazione sorprendente. Parliamo di un
piccolo borgo che non raggiunge le 10000 anime.
Cosa
rende il panorama culturale del paese così vivo? La volontà di
puntare su un turismo di nicchia, la volontà di far conoscere il
territorio, la volontà di recuperare e preservare le bellezze
ortane, insomma l’amore per il territorio.
Pensare
che nel giro di pochi anni il turismo è cresciuto in maniera
esponenziale è qualcosa di incredibile. Un paese così piccolo può
vantare diversi musei, un borgo tutto da scoprire e ben tenuto, una
rete di cunicoli sotterranei da far invidia a tutti, e da domani una
rete di percorsi di trekking. Come è stato possibile? Grazie a
diverse associazioni locali, ma anche a molti professionisti che
hanno studiato (e continuano a farlo) in maniera scientifica (insomma
non “studiosi” improvvisati), pubblicato i risultati, e lavorato
duramente affinché la conoscenza di Orte non sia solo qualcosa di
astratto, chiuso in “convegni” di valore tutto da verificare, ma
sia qualcosa di vivo, di spendibile turisticamente, un modo per far
conoscere questa terra.
Progetti
su progetti, duro lavoro, passione. Questi sono alcune delle
caratteristiche del turismo ortano. E le amministrazioni? Anche loro
hanno di certo fatto la loro parte. Quando si dice remare tutti nella
stessa direzione.
Di
sicuro tutto è perfettibile, di strada da fare ancora ce n’è
tanta ed i problemi non mancano. Ma da qualche parte bisogna anche
iniziare. E qui hanno iniziato alla grande. Vivendo ad Orte ho
apprezzato particolarmente la volontà collettiva (con alcune
eccezioni, sia chiaro) di sensibilizzare, conoscere e valorizzare il
patrimonio locale. Volontà che è comune a giovani, adulti, meno
giovani. Insomma davvero radicata. Un amore per il territorio quasi
incondizionato. Un amore che porta ad un successo delle
manifestazioni che ha quasi del miracoloso.
Ed
in Ciociaria? Da buon ciociaro, amante della mia terra e fiero delle
mie origini non posso non fare un paragone con la situazione della
nostra amata Ciociaria. Ed il paragone è desolante. Purtroppo.
Desolante
perché ho in prima persona “assaporato” la differenza.
Differenza di gestione ad esempio: mi piange il cuore al pensiero di
tutti quei gioielli ciociari (siti archeologici, naturalistici,
musei, rovine varie) abbandonati a loro stessi, non fruibili,
totalmente dimenticati, quasi un peso per le cittadinanze e le
amministrazioni. Con le dovute eccezioni, sia chiaro. Penso ad
esempio a molti luoghi che dire abbandonati è dire poco. Zero
programmazione, zero progettualità, zero volontà vera di recupero e
valorizzazione. Nessun piano strategico, si vivacchia alla giornata.
L’importante è organizzare la sagra di turno, basta che si mangi,
oppure le attività estive che popolano, anche in maniera kitsch, i
borghi ciociari nelle serate estive. Ma cosa si fa a livello
culturale? Poco, pochissimo, per non dire nulla. E troppo spesso
quando qualcosa si fa, lo si fa in maniera sbagliata, spesso
affidandosi alle figure professionali sbagliate.
Colpa
delle amministrazioni? Ni. Non solo almeno. Se ai piani alti infatti
l’incompetenza a volte la fa da padrona e la progettualità a
medio-lungo termine è praticamente sconosciuta, non è che ai “piani
bassi” le cose vadano meglio. Le cittadinanze sono spessissimo
totalmente disinteressate a ciò che riguarda la cultura, o meglio si
lasciano trasportare dalla moda del momento. E quindi tutti in massa
ad una esposizione temporanea “di moda”, organizzata come un
evento estemporaneo che può attirare un po’ di gente per una
domenica, ma senza un progetto più ampio. Anche perché diciamocelo,
organizzare e vivere una esperienza in un sito archeologico ad
esempio è una palla. Meglio andare al mare, o al bar a fare un
aperitivo, o in discoteca.
Esiste
poi un altro problema, tipicamente ciociaro: io so farlo meglio.
Qualsiasi cosa si faccia, la maggior parte delle persone saranno lì
a trovare mille difetti, non parteciperanno per partito preso,
sparando a zero. Tutti sapremmo fare meglio, e allora perché non ci
attiviamo? Perché non mettiamo a disposizione le nostre conoscenze
per migliorare? Senza contare i vari “dispettucci”
politico-personali che continuano ad avvenire normalmente: quella
cosa l’ha organizzata tizio, quindi col cavolo che ci vado.
Boicottaggio. Anzi se si può facciamo una cosa molto simile, gli
cambiamo nome e e la facciamo meglio (che poi di solito si tramutano
tutte in un fallimento o uno schifo unico senza né capo né coda).
E
poi, hanno organizzato qualcosa a pagamento? Perché devo pagare per
fare una cosa che tutto sommato posso più o meno fare gratis per
conto mio? Tanto è uguale. Al massimo apro Wikipedia e mi leggo due
cose.
Oppure
forse tutto questo è solo una scusa. Una scusa per giustificare la
mancanza totale di interesse per un certo genere di eventi e di
tipologia culturale. Forse si tirano in ballo tutte queste cose solo
per “giustificare” la non partecipazione. Tutti, dal cittadino
all’amministratore, si riempiono la bocca con le classiche frasi
fatte “potremmo vivere di turismo” o “dobbiamo puntare sul
turismo”, ma poi, praticamente poco o nulla viene fatto.
Non
ne faccio una colpa, soffriamo purtroppo di un senso di inferiorità
che si è sedimentata negli anni. “Ma che ci viene a fare un
turista qui? Che viene a vedere? Che ci sta?” Non ditemi che non
avete mai sentito, almeno una volta qualcuno fare un discorso del
genere. Ecco sta qui la differenza con Orte.
Alcune
associazioni stanno tentando di scardinare questo modo di pensare,
lavorando sodo per cambiare la percezione del territorio ciociaro,
prima di tutto negli stessi suoi abitanti. E siccome stanno lavorando
molto bene i primi risultati iniziano a vedersi. Ma basta
improvvisarsi. Basta vivere alla giornata. Ringraziamo queste
associazioni che ce la stanno mettendo tutta, alcune davvero virtuose
e che stanno proponendo modelli molto interessanti. Supportiamole,
siamo noi stessi artefici del futuro turistico della Ciociaria.
Chiediamo
progettualità, organizzazione, lungimiranza. Deve partire da noi,
dal basso, questa richiesta. Siamo noi che dobbiamo partecipare,
supportare, dare un contributo tangibile allo sviluppo. “Non
chiederti cosa il tuo Paese può fare per te, ma chiediti cosa puoi
fare tu per il tuo Paese” diceva un certo JFK. I modelli da seguire
esistono, prendiamo esempio.
Sono
stato volutamente un po’ polemico oggi, nella speranza di smuovere
i vostri animi! Lasciate un commento, fatemi sapere se l’articolo
vi è piaciuto e soprattutto cosa ne pensate di questo argomento! A
presto!
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